Parliamo di Cyberbullismo (bullismo on line)

È un argomento spinoso, che molte persone e genitori ancora non conoscono ma è pericoloso, insidioso, infido: è il cyberbullismo. Molti, troppi ragazzi si sono fatti del male o suicidati a causa di questo fenomeno, proprio perché non avevano gli strumenti per fronteggiarlo o non sapevano con chi parlarne.

bullismo_su_facebook

In adolescenza il gruppo degli amici o comunque dei coetanei è importantissimo. Diventa il metro di paragone con cui confrontare il proprio comportamento e il proprio modo di essere, una seconda famiglia su cui contare. Essere esclusi da qualsiasi gruppo, venire presi costantemente in giro per una caratteristica fisica o psicologica o per un errore che si è compiuto può far soffrire molto i ragazzi. Se queste prese in giro, offese, parole e immagini degradanti vengono condivise in rete allora abbiamo un’amplificazione del malessere. Centinaia o migliaia di persone possono vedere e leggere ciò che gli altri pensano di me e se cliccano MI PIACE, condividono o commentano con frasi simili, beh allora significa che possono avere ragione. Probabilmente è vero che non merito di stare assieme agli altri, che non merito amici, che non merito qualcuno che ricambi il mio amore.

Potete immaginare a 14 o 15 anni cosa possa significare tutto questo? Significa solitudine, isolamento, depressione. Il cyberbullismo è un fenomeno che è bene conoscere come genitori, come insegnanti ma anche semplicemente come adulti.

Come agisce il cyberbullo?

Il bullo, avendo di fronte a sé uno schermo e non una persona in carne ed ossa, ha ancor meno freni inibitori e può agire in diversi modi:

  • scrivendo offese e parole offensive rivolte direttamente ad una persona con lo scopo di deriderla o danneggiarne la reputazione
  • rendere pubbliche sui social network informazioni private e intime riguardanti un compagno di classe
  • escludere il ragazzo/a da un gruppo on line (il più comune è Whatsapp), comecyberbullo ad esempio la chat collettiva del gruppo classe in cui si esclude un compagno (vittima)
  • pubblicare foto compromettenti o private, rubandole anche dal cellulare o dal pc della vittima, con l’aggiunta di parole offensive.

Se si chiede ai cyberbulli e alla schiera di coloro che lo seguono come mai hanno fatto queste azioni loro rispondono “era per scherzare, ci divertivamo, non era mica per fargli del male!”. Sono quindi completamente all’oscuro delle conseguenze di questi loro atti. Da una ricerca svolta in un istituto di Genova, il 40% dei ragazzi interpellati pensa che chi prende insulti su internet se lo sia meritato. Dato poco confortante.

Cosa fare?

cyber-bully_tCome adulti è necessario monitorare e, ogni tanto, chiedere ai figli di farvi vedere alcune loro chat o la pagina Facebook/Twitter/Instagram ecc. in modo da verificare che non ricevano o non inviino messaggi intimidatori e offensivi per la loro dignità e quella dei compagni.

E non dimenticate che, se per voi ciò che scrivono altre persone sui social network è solo un’ opinione, per gli adolescenti è la verità. La conseguenza peggiore, infatti, è che le vittime sono portate poi a credere a tutte le ingiurie.

 

Amanda Todd's,  vittima di cyberbullismo, si suicida a 15 anni

Amanda Todd’s, vittima di cyberbullismo, si suicida a 15 anni

Quali le conseguenze per le vittime?

Si va dall’ abbassamento drammatico dell’autostima, all’ansia, depressione, atti di autolesionismo, abuso di alcool e vi sono stati alcuni casi, non solo all’estero ma anche in Italia, di suicidio. E’ perciò importante non chiudere gli occhi e lasciare che “se la cavi da solo” perché spesso il ragazzo vittima di bullismo non ha la forza per ribellarsi a tutto questo. La cosa più importante è fargli/le comprendere che non è solo e cercare

 

Cosa fare in caso di cyberbullismo?

  • Se necessario cancellare le pagine dei social network o cambiare numero di cellulare
  • La cosa più sbagliata da fare è quella di dare corda al persecutore: supplicarlo di smettere, rispondergli per le rime, mostrarsi arrabbiati.
  • Inviare al cyberbullo un unico messaggio “Ho informato i miei genitori, che hanno fatto denuncia alla Polizia.” Solo questo messaggio, poi basta.
  • Se i messaggi si fanno persistenti e contengono minacce è realmente possibile fare una segnalazione alla Polizia.

Spero di aver chiarito per sommi capi il problema, purtroppo oggi presente tra i giovani e giovanissimi, del cyberbullismo. Come sempre rimango a disposizione per eventuali commenti o chiarimenti.

Dott.ssa Eleonora Rinaldi – Psicologa

 

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